La botola per impianti a soffitto può non essere l’aspetto che più ti affascina del tuo lavoro di progettista. Così, spesso ne deleghi la scelta o la rimandi fino all’ultimo, per poi trovarti con una soluzione improvvisata, antiestetica e in contrasto con la funzione principale di chiusura e apertura per le ispezioni.

Botola in cartongesso con problemi di complanarità e finitura
All’architetto medio potrebbe sembrare un dettaglio trascurabile, da appiccicare al soffitto a cantiere finito.
Invece può influire in maniera pesante sull’estetica.
Ti sei mai soffermato a pensare che, nel giro di poche settimane, a torreggiare sul locale da te progettato ci sia una botola gonfia di umidità, coi contorni scrostati e pieni di crepe, col pannello cedevole e pericolante?
Sicuramente hai visto più volte botole del genere: sono difetti che in poco tempo si verificano sempre. È il destino che imponi ai fruitori dell’ambiente se non scegli la chiusura giusta. Li costringi a vivere con questa bruttura, a rovina di un progetto per il quale hanno riposto la fiducia in te e nella tua competenza.
Può darsi che invece tu abbia già considerato questi aspetti negativi, e li associ a tutte le chiusure per impianti tanto da pensare che non ci si possa fare nulla.
Effettivamente, questi rimarranno a lungo l’unico neo dei tuoi progetti, se continuerai a commettere questi 3 errori nella scelta delle botole:
1. Non considerare le chiusure per impianti nelle prime fasi del progetto
Ti capita mai di vedere il tuo progetto realizzato, curato e riuscito in ogni aspetto, eppure notare quel “non so che” di discordante e non riuscire a capire cosa sia?
Molto spesso è dovuto a una chiusura filo muro non integrata a dovere, in particolare quando si tratta di impianti a soffitto.
Conoscendo tipologia, dimensione e collocazione degli impianti che saranno presenti, potrai (e dovrai) inserire le chiusure in maniera armonica nel progetto. Potrai tenere conto di simmetrie, punti luce e dare indicazioni preziose a chi realizzerà il controsoffitto, che non sarà costretto a improvvisare sul collocamento.
Cosa succede se non lo fai?
- L’impiantista metterà il macchinario dove ritiene più opportuno, senza sapere cosa verrà costruito dopo;
- Il posatore chiuderà l’impianto senza curarsi che la botola sia simmetrica alle linee dell’ambiente (mobili, porte o, caso comune e fastidiosissimo, decentrato rispetto alle pareti del corridoio);
- Le asimmetrie riguarderanno anche i punti luce: faretti o strip Led potranno essere posizionati a caso rispetto alla botola, o addirittura il tuo progetto luci potrebbe essere rovinato dalla posizione non studiata della chiusura dell’impianto;
- Il collocamento della botola potrebbe ostacolare l’apertura e le ispezioni all’impianto. Ad esempio troppo vicino al muro o col pannello che collide con qualche mobile sottostante.


Botole in cartongesso con problemi di complanarità, allineamento e finitura: lo spazio viene invaso e disturbato dalla loro presenza
2. Affidare la scelta alle maestranze in cantiere
Delegando la scelta delle chiusure, ti troverai con elementi che stonano col tuo progetto.
Cosa succede nel dettaglio delegando completamente le chiusure per impianti a impresa o posatore?
- Sceglieranno l’unica soluzione che conoscono e molto probabilmente sarà una classica botola in cartongesso (di solito la meno costosa, e in ogni caso la rovina del tuo progetto e tra poco ti spiegherà il perché);
- Queste chiusure (tra le più comuni in commercio) si degraderanno in poco tempo, dando un aspetto grezzo e “invecchiato” all’ambiente;
- In assenza di direttive sulle misure, potrebbero anche scegliere botole di dimensioni non adeguate alla grandezza degli impianti.
Tanti architetti pensano che questo dettaglio non li riguardi, tanto poi il disagio è tutto dell’inquilino che dovrà demolire il controsoffitto per sostituire le componenti del macchinario.


Botole in cartongesso con problemi di complanarità, allineamento e finitura: lo spazio viene invaso e disturbato dalla loro presenza
3. Optare per botole in cartongesso o MDF
Ora, sai di dover progettare e scegliere le botole, ma ti sembrano tutte uguali e ugualmente dozzinali.
Se non sai da dove iniziare, comincia col dimenticare le chiusure in cartongesso o MDF che sono probabilmente le soluzioni che conosci al momento.
Gli impianti a soffitto spesso sono di grandi dimensioni e nel loro vano si creano umidità, condensa o differenze di temperatura rispetto all’ambiente principale. Sono due condizioni che non si addicono a questi materiali: con le variazioni di umidità e temperatura la botola si deformerà in pochissimo tempo.
Inoltre, a livello dimensionale incontrerai dei limiti. Una botola in cartongesso o MDF grande risulta pesante ma anche sgradevole esteticamente.
Il risultato?
Il tuo può essere anche il più bel progetto del mondo, ma l’occhio cadrà sempre su quel soffitto rovinato dalla presenza ingombrante di elementi imperfetti o addirittura dall’aspetto degradato.
Dovrebbe essere scontato, ma tanti ancora non si rendono conto che una botola d’ispezione dovrebbe essere:
- Realizzabile in grandi dimensioni;
- In materiale resistente al tempo e all’umidità;
- Dal telaio solido, che permette una finitura di pregio e una tenuta costante;
- Facile da estrarre e riporre, senza che stucco e vernice piovano ogni volta dal soffitto;
Ma soprattutto…
- Totalmente invisibile e integrata con il resto dell’ambiente. Quando serve c’è ma quando non la devi aprire non dovresti nemmeno vederla.
E questo l’abbiamo imparato perché la nostra squadra è composta da architetti e posatori.
Stanchi come te delle solite botole, abbiamo progettato l’unica che supera tutti i limiti conosciuti.

GIGAbotola in fase di posa in opera in un lavoro di Radu Turculet
Parliamo di GIGAbotola, in grado di mimetizzarsi perfettamente al soffitto senza deformarsi nel tempo.
Nata per risolvere proprio i grandi impianti che vorresti poter letteralmente eliminare dai tuoi progetti pur di non doverli gestire.
Lo studio dietro al telaio di GIGAbotola garantisce anche un ingombro minimo nel controsoffitto e scuretti regolari. In pratica c’è ma non la vedi.
GIGAbotola è il tocco finale di estetica e funzionalità al tuo progetto. La sua discrezione a soffitto si traduce in gratitudine dei clienti finali (e anche delle maestranze con cui collabori, vista la facilità di posa).
Può darsi che tutto ciò sia nuovo per te: non hai mai ritenuto l’impiantistica e la scelta diretta delle chiusure di tua competenza.
Ma ora sai che se vuoi dare al tuo progetto quel “non so che” in più, in armonia con un lavoro altrimenti perfetto, conoscere questo aspetto ti farà fare un passo in più rispetto a quello che la maggior parte degli architetti è in grado di fare.

GIGAbotola in fase di posa in opera in un lavoro di Antonio Di Rita
Non sai da dove iniziare?
Tranquillo, non dovrai imparare tutto da solo: puoi iniziare a scoprire i segreti delle chiusure per grandi impianti nel prossimo seminario che terremo, insieme ad altri professionisti dell’architettura e impiantistica, presso la Fondazione dell’Ordine degli Architetti di Milano.