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In quale fase del cantiere entrano in gioco le chiusure per impianti?

Ecco come assumere il controllo di questi elementi spesso trascurati dai progettisti

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Molto spesso le botole d’ispezione, e più in generale le chiusure per impianti, vengono considerate un dettaglio secondario e non ricevono l’attenzione che meritano da parte dei progettisti; in realtà, vengono ritenuti elementi superflui spesso anche da parte delle imprese di costruzione.

Tuttavia, soprattutto quando si ha a che fare con dimensioni fuori dall’ordinario, non ci si può permettere di sottovalutare queste chiusure se si vogliono evitare problemi, prima in fase di cantiere e poi durante tutta la vita dell’impianto, che sia esso verticale oppure orizzontale.

Sembrerà banale, ma le botole e le ante servono non solo a nascondere l’impianto ma anche a renderlo ispezionabile ogni volta che risulta necessario per interventi ordinari, o nel caso di riparazioni e sostituzioni straordinarie.

Pur trattandosi di elementi tecnici, meritano una particolare attenzione da parte dei progettisti in quanto avranno poi risvolti sull’estetica finale dell’ambiente ma anche sulla funzionalità nel tempo e sul benessere dei committenti del progetto.

Le chiusure per impianti, in particolare le botole per quelli a soffitto e le ante a filo per quelli a parete, devono entrare dunque in gioco già in fase di progetto.

Il primo punto per assumere il controllo delle chiusure per impianti è conoscere le tipologie, le differenze, gli utilizzi, le potenzialità e i limiti.

GIGAbotola durante la posa in opera

Iniziamo dagli utilizzi: la prima grande distinzione che va fatta è tra chiusure orizzontali e verticali. Questa definizione indica proprio la posizione in cui andranno collocate.

Per chiusure orizzontali intendiamo le botole d’ispezione utilizzate per gli impianti collocati a soffitto che comprendono specialmente quei macchinari adibiti al controllo della qualità dell’aria interna agli ambienti.

Per chiusure verticali, invece, si intendono delle ante a filo che vogliono nascondere impianti collocati a parete che possono essere di controllo dell’aria oppure di altro tipo come utenze, collettori, contatori o centraline della domotica.

Spesso si confondono i due sistemi, ma la differenziazione è doverosa per due motivi:

1. L’utilizzo sarà diverso.

Impianti diversi richiedono manutenzioni differenti e anche un tipo di accessibilità differente.
In particolare, normalmente gli impianti a soffitto sono ispezionati esclusivamente da tecnici specializzati perfettamente in grado di gestire l’apertura di una botola d’ispezione e l’accesso è piuttosto sporadico; nel caso di alcuni impianti a parete, invece, potrebbe essere richiesto l’accesso anche da parte di “per- sone comuni” ovvero non tecnici e l’apertura dovrà essere ben più comoda e semplice da gestire anche quotidianamente, come quella dell’anta di un armadio.

2. Anche a livello di posa in opera in fase di cantiere lavorare su una controparete o su un controsoffitto richiede azioni diverse e dunque sistemi progettati diversamente.

In particolare, ma senza scendere troppo in dettagli tecnici, se dovessimo posare a soffitto un’anta a filo andremmo incontro a una serie di operazioni aggiuntive che allungherebbero eccessivamente i tempi di posa in opera. Inoltre, gli stessi dettagli tecnici di una chiusura a parete risultano inadeguati se questa viene posta a soffitto a causa specialmente di ingombri eccessivi o di cerniere che uniscono anta e telaio.

ANTECHA durante la posa in opera

Una volta compreso che per chiudere impianti verticali e orizzontali sono necessari due prodotti completamente diversi, il progettista avrà in mano informazioni adeguate e sufficienti per poter guidare la scelta di questi elementi in fase di progetto, evitando di delegarla completamente alle imprese con le quali collabora per mantenere dunque il controllo del proprio lavoro e cantiere.

Prima di addentrarci nel tema del cantiere, sarà necessario parlare anche del posizionamento degli impianti.

Anche questo dovrebbe far parte del progetto in quanto in base a dove verranno collocati gli impianti, saranno posizionate le chiusure.

Sarà essenziale coordinarsi con gli impiantisti per definire un posizionamento che alla fine generi una presenza di botole o ante a filo che non sia in contrasto con il resto del progetto.

Per capirci meglio, se il progettista non tenesse conto della posizione degli impianti potrebbe capitare sul controsoffitto una botola ad esempio in una posizione asimmetrica oppure inadeguata rispetto ai punti luce o più semplicemente non adatta rispetto al resto dell’ambiente.

Anche per le ante possiamo applicare lo stesso discorso: solo uno studio e un’appropriata progettazione porteranno ad avere una posizione delle ante, specialmente se di grandi dimensioni, che sia in linea con il resto, ad esempio con il mobilio.

ANTECHA, per chiudere i grandi impianti a parete in un lavoro di Miculi Srl

Le chiusure per impianti, inoltre, non sono complementi di arredo, ma sono elementi che fanno parte integrante della struttura.

Prima di specificare le fasi di cantiere, è doveroso dire che le chiusure per impianti a filo sono ideali nel caso di sistemi costruttivi a secco, che impiegano dunque il cartongesso.

Seppur vero che le ante a parete possono essere applicate anche su muratura, intendiamo parlare nello specifico di ristrutturazioni o nuove costruzioni effettuate utilizzando il cartongesso e quindi un sistema costruttivo a secco.

Per gestire al meglio il cantiere, bisogna sapere che le botole e le ante a filo dovranno essere posate in opera esattamente nel momento della posa dei controsoffitti in cartongesso o delle contropareti.

Al momento della predisposizione della struttura per il cartongesso, sarà necessario avere già il progetto con la collocazione di botole e ante per predisporre anche la struttura necessaria per la loro posa. Si tratta di un lavoro tipico dei cartongessisti.

GIGAbotola in fase di posa in opera

Nel caso della botola, una volta ultimato il controsoffitto i posatori potranno tagliare il cartongesso per ottenere i fori in cui inserire i telai in alluminio da installarli prima di procedere con la rasatura.

Nel caso dell’anta, il suo telaio va fissato sull’orditura metallica prima di applicare il rivestimento in cartongesso. Solo dopo si potrà passare alla finiture e all’imbiancatura. In questo modo i telai stessi potranno sparire completamente mimetizzandosi con la parete.

Specialmente nel caso delle ante, i telai in alluminio verranno verniciati in opera insieme alle pareti diventando praticamente invisibili.

Per quel che riguarda le ante, anche queste potranno essere verniciate in opera per un risultato di mimesi totale. Per ultimo, saranno riagganciate ai telai per ottenere finalmente il tanto desiderato risultato di nascondere in maniera efficace gli impianti.

GIGAbotola a lavoro finito

In conclusione, diventa evidente l’importanza per i progettisti di occuparsi anche di questo tema, naturalmente ricercando sempre un adeguato supporto da parte degli esperti di chiusure a filo e chiusure per impianti, in grado di guidarli dalla scelta alla posa in opera.

Solo così i progettisti riusciranno a integrare perfettamente gli impianti con un risultato finale che sia al contempo in linea con l’idea di progetto, con le esigenze e i desideri del cliente, con le disposizioni energetiche, con l’estetica e con la funzionalità dell’impianto stesso.