Costruire a secco ha origini antichissime, il muro a secco è stato il primo esempio di manufatto umano, ed è presente in tutte le culture del pianeta. Rappresenta infatti il primo tentativo di modificare l’ambiente per ricavarne un qualsiasi uso: sia per costruire un riparo che per delimitare un luogo.
Ma cosa significa esattamente?
Costruire senza fare ricorso all’acqua nei processi di assemblaggio, è una tecnica costruttiva in cui un manufatto edilizio è realizzato attraverso l’unione di due o più componenti diversi. Nell’assemblaggio a secco i componenti vengono uniti con tecnologie di giunzione di tipo meccanico e alla base abbiamo un telaio resistente interno.
Ristrutturare o costruire ex novo?
Scegliere di ristrutturare piuttosto che costruire ex novo è una tendenza che si è consolidata negli ultimi anni a causa dalla crisi che ha colpito il settore delle nuove costruzioni ed è sostenuta da politiche volte al risparmio di nuovo suolo, alla salvaguardia del patrimonio edilizio esistente, e all’incentivazione fiscale delle ristrutturazioni.
Ristrutturare significa anche aumentare il valore dell’edificio, risparmiare sulle bollette future, massimizzare il comfort termico e acustico degli occupanti, migliorare l’estetica del manufatto.
Scegliere di ristrutturare costringe i proprietari e i progettisti ad approcciarsi ad una nuova metodologia d’intervento che porti ad un utilizzo nuovo dei materiali per valorizzare ciò che già esiste.
In Italia la costruzione degli edifici, soprattutto quelli residenziali, è stata sempre eseguita con la tecnologia ad umido, con l’utilizzo di mattoni in laterizio uniti tra di loro da malte e da calcestruzzo armato; a differenza di altre parti del mondo, che hanno privilegiato soluzioni a secco con materiali stratificati assemblati su un’intelaiatura di acciaio o legno.
Anche l’edilizia italiana nell’ambito delle ristrutturazioni, tuttavia, si sta dirigendo sempre di più verso la ristrutturazione a secco, che sicuramente offre numerosi vantaggi.
Costruire o ristrutturare a secco prevede l’uso di materiali “pronti all’uso”, semplicemente si appoggiano e si fissano tra loro, la posa è molto pulita ed evita di creare detriti e sporcizia.
Sono note le pareti in cartongesso come sistema pratico per realizzare divisori interni che, rispetto alle tradizionali murature, non appesantiscono la struttura e richiedono tempi d’esecuzione inferiori.
Parete in mattoni e parete in cartongesso a confronto
Parete in mattoni
Per tirare in piedi un muro divisorio in mattoni forati siamo in svantaggio fin dall’inizio: immaginatevi quanti forati da 8 x 25 x 25 cm servono per mettere in piedi un semplice muro da L 3 m per H 2,70 m ? Occorrono 130 mattoni, significa che devo prendere in mano un forato alla volta per 130 volte.
Per la parete in mattoni forati come finitura bisogna fare, prima uno stratto di intonaco e dopo uno strato di finitura liscia, per ogni lato: un processo molto lungo e costoso.
Per quanto riguarda gli impianti, dopo aver costruito la parete in mattoni, prima di intonacare, bisogna creare delle tracce, demolendo (una contraddizione vero?) una grande parte del muro, inserire i tubi corrugati e tutte le scatole necessarie per l’impianto elettrico, dopo riempire tutto con malta cementizia.
I detriti provenienti dalle tracce per impianti bisogna poi raccoglierli, abbassarli al piano strada e con un mezzo trasportarli alle discariche autorizzate per lo smaltimento.
Parete in cartongesso
Per tirare in piedi una parete divisoria in cartongesso abbiamo bisogno di: 2 guide del 75 mm, 6 montanti da 75 mm, 5 lastre in cartongesso da 1,2 x 3 m, o 10 lastre per doppia lastra per lato, 1 scatola di viti da 25.
Per la parete in cartongesso come finitura basta stuccare solo le giunzioni tra le lastre, un processo molto più veloce di quello necessario per la parete in mattoni.
Per quanto riguarda gli impianti, si chiude prima un lato della parete, nell’intercapedine si installano i tubi corrugati, le scatole per l’impianto elettrico, oppure il collettore o cassetta WC, si inserisce anche il materassino isolante, dopo si può chiudere il secondo lato, come da progetto, il tutto risulta molto semplice e pulito, e non produce detriti da smaltire.
In conclusione, la costruzione a secco è più veloce e pulita.
Altri vantaggi dei sistemi a secco
Il sistema a secco è maggiormente ecosostenibile rispetto al sistema a umido.
La maggior parte dei materiali impiegati sono riciclabili ed essendo realizzati all’interno di unità produttive, si riducono gli sprechi di materia prima.
Se poi pensiamo ad un cantiere tradizionale a umido, abbiamo un minor consumo di acqua e senza materiali come le malte o il cemento, si riducono le polveri immesse nell’ambiente durante la lavorazione.
I cantieri sono così più puliti e l’organizzazione del montaggio della struttura riduce sensibilmente le lavorazioni a piè d’opera e con esse anche i rischi legati alla sicurezza sul lavoro.
Le caratteristiche tecniche e prestazionali di un sistema a secco possono condurre a un risparmio energetico maggiore rispetto a un sistema a umido. Si possono impiegare elementi che garantiscono un’adeguata efficienza termica, tutto a vantaggio dei costi per il riscaldamento o raffrescamento degli ambienti.
Le strutture realizzate, inoltre, sono più leggere e riducono i carichi gravanti sulle fondazioni o, nel caso delle ristrutturazioni, sulla struttura dell’edificio.
L’edilizia a secco è così un sistema eco sostenibile, che, con un occhio di riguardo all’ambiente, assumerà un ruolo sempre più importante nel settore delle costruzioni del prossimo futuro, da cui attenderci ulteriori sviluppi nelle tecnologie produttive e realizzative.
Il mondo A FILO nelle costruzioni a secco
Per completare la panoramica sulle costruzioni a secco si deve necessariamente parlare dei sistemi di chiusura filo muro.
Si tratta di chiusure necessarie per diversi scopi:
- impianti tencologici
- domotica
- organizzare spazi residui
- nascondere e riordinare
- ottenere un determinato risultato estetico
Le chiusure A FILO completano dunque le opportunità delle costruzioni a secco e consentono di rispondere a esigenze tecniche ma anche organizzative e progettuali.
Le chiusure A FILO sono dunque:
- le botole d’ispezione
- le ante filo muro (chiamate anche sportelli)
- le porte filo muro (porte a tutti gli effetti con un’estetica minimal priva di coprifili)