INTERVISTE

Architetto Filippo Chiesa Ricotti

Intervista al fondatore di GruppoTre Architetti

La video intervista all’architetto Filippo Chiesa Ricotti

Come nasce GruppoTre?

Questa è la domanda che mi fanno tantissimi, tutti mi chiedono chi sono gli altri due soci, se siamo in tre in studio. In realtà, GruppoTre nasce tra i banchi di studio, in pratica nei laboratori di progettazione viene dato un codice, un numero ai gruppi di lavoro, e per pura casualità, per quattro esami di fila, sono stato GruppoTre. La cosa mi aveva portato bene negli esami, e quando ho dovuto scegliermi un nome, è stato GruppoTre.

Quale processo c’è dietro i vostri progetti?

Negli anni siamo cresciuti e io ho sempre voluto ragionare su una progettazione a 360° attorno al cliente, che riguardasse tutto l’iter progettuale. Quindi all’interno del nostro gruppo di lavoro siamo progettisti, progettisti di interni, specialisti di pratiche edilizie, urbanistiche, catastali. Arriviamo a seguire anche la parte energetica e relativa alle strutture. Vogliamo seguire tutte le fasi che stanno attorno al progetto. Padroneggiando tutte le fasi riusciamo a entrare nel dettaglio di ogni singolo aspetto. Proprio per questo motivo, il processo che sta dietro al progetto architettonico del nostro studio consiste nella completa gestione e realizzazione di tutte le fasi. Io stesso ho una grande passione per la parte di cantiere quindi voglio entrare nel merito dei dettagli esecutivi della vera realizzazione in cantiere.

Il nostro slogan è proprio “Creativamente concreti”. La concretezza è quella che si vede in cantiere.
E il buon progetto lo vedi nel momento in cui è realizzato.

È più complessa la fase di progettazione o di cantiere?

Nella fase di progetto forse le maggiori difficoltà le possiamo vedere nel confronto con il cliente. Per un privato, una famiglia che è in fase di acquisto, ristrutturazione di una casa, ovviamente si sta parlando di quella che è la loro casa della vita o comunque la casa dove passeranno tantissimi anni. Per questo desiderano progettare ogni dettaglio. Inoltre, c’è un po’ quel terrore, quella preoccupazione, di prendere una scelta vincolante e definitiva.

La fase di cantiere, invece, presenta come difficoltà il confronto con le maestranze.
Non avere maestranze qualificate può creare dei problemi rispetto a quello che è un buon progetto e rispetto alla sua riuscita.

Quali sono gli ambienti che apprezzate di più progettare e poi realizzare?

Ogni ambiente può essere stimolante a suo modo. Se dovessi fare una scelta personale, direi il bagno. Perché oramai non è più prettamente di servizio, come era concepito fino a qualche decennio fa. È diventata quasi una zona di spa privata, perché è il luogo della coccola, che può essere anche molto personalizzato. Nel bagno abbiamo insieme impianto elettrico, idraulico, di scarico, illuminazione, il decoro, le piastrelle, la carta da parati che entra in doccia, la resina, quindi c’è veramente tanto da sbizzarrirsi.

Anche se sono pochissimi metri quadri, in realtà a livello progettuale c’è un intero mondo dietro.

3 consigli a un proprietario di casa che pensa di ristrutturare.

Un primo consiglio che posso dare è quello di definire un programma dei lavori. Nel momento in cui si definisce il crono-programma stabilendo il periodo da dedicare alla progettazione, i mesi da dedicare ai lavori, i giorni per il montaggio degli arredi fino al trasloco, si riesce poi a lavorare in modo serio e in modo tranquillo. Una battuta che faccio sempre ai clienti è “aspettiamo a scegliere il comodino, la prima cosa da definire sono i corpi incasso dell’impianto idraulico”.

Un altro consiglio è definire il progetto e il rapporto con il progettista prima di iniziare il cantiere. Spesso e volentieri quando entriamo in contatto con dei possibili nuovi clienti mi dicono “sto già sentendo delle imprese edili”. Va benissimo, ma per salutarvi. Perché senza aver incaricato un progettista, senza aver definito un progetto e di conseguenza un computo metrico, non ha senso an- dare a interpellare delle imprese edili.

Il terzo consiglio è: godetevi il momento della ristrutturazione. È un periodo bellissimo che porta a livelli di stress altissimi, perché capita sempre in momenti particolari della vita. Però è anche vero che si sta definendo e si sta scegliendo quello che poi diventerà luogo della vita degli anni futuri. Quindi il consiglio è proprio questo: vivere bene, in armonia con il proprio professionista, tutto il percorso della ristrutturazione.

I peggiori nemici degli architetti durante il cantiere?

Il primo nemico, se così lo vogliamo chiamare, è la paura di prendere alcune decisioni perché si vogliono sentire troppe “campane”. Quindi il famoso parente, l’amico, il collega che hanno avuto esperienze positive, negative con altri professionisti, altre imprese, giustamente diranno la loro. Il punto è che non tutti i casi sono uguali, quindi capita che noi progettisti ci troviamo a dover andare a sfatare finti problemi o convinzioni errate.

In una fase invece più di cantiere, un ostacolo potrebbe essere un’impresa non all’altezza dell’esecuzione dei lavori oppure un’impresa che per mille motivi decide di non seguire le indicazioni dell’architetto. Perché il processo di realizzazione di un progetto va a buon fine se tutti si rema dalla stessa parte. Con tutti intendo il progettista, il cliente, l’impresa. Il progetto e il processo del cantiere sono talmente complessi che per avere successo necessitano dell’armonia tra tutte le parti coinvolte.

Come mai avete deciso di affiancare allo studio di progettazione anche il vostro generale contractor?

Il nostro General Contractor nasce da una necessità arrivata proprio perché se dal punto di vista di gestione del cliente, del rapporto nel progetto, noi come Gruppo Tre, riusciamo a dare un livello alto di servizio ai nostri clienti, nel momento in cui iniziava il cantiere, ci siamo resi conto che eravamo un po’ in balia dell’impresa scelta.

Nonostante continuiamo a lavorare con alcune imprese davvero professionali e competenti, abbiamo voluto creare la possibilità di dare veramente un’offerta completa potendo garantire uno standard alto fino alla realizzazione delle lavorazioni. Le soddisfazioni che arrivano dal cantiere sono tante, perché riusciamo a raggiungere un’armonia tra i nostri collaboratori, i progettisti e le nostre maestranze.

Il rapporto dei progettisti con le chiusure a filo muro e il vostro rapporto con le chiusure a filo muro. (cosa apprezzate, cosa odiate, cosa vi fa penare?)

Voi producete una gamma di prodotti che agli architetti piacciono sempre tantissimo perché l’architetto adora l’estetica filo muro per la pulizia delle linee che si riescono a dare in un progetto. Dall’altra par- te viviamo, soprattutto negli ultimi anni, un aumento esponenziale di elementi tecnologici impiantistici. Sono sempre di più gli impianti che devono essere nascosti alla vista ma anche ispezionabili. Oltre a questo ci sono anche altre situazioni, non legate agli impianti che comunque possono essere risolte con ante o porte filo muro.

Da quando abbiamo conosciuto la vostra azienda ci siamo innamorati ancora di più dei prodotti con questo tipo di estetica, perché se prima eravamo vincolati a dimensioni standard o commerciali, oggi siamo veramente liberi di progettare tutto quello che vogliamo perché sappiamo che dall’altra parte non abbiamo un fornitore, ma un partner di progetto che riesce a seguirci sulle nostre idee.

L’ultimo progetto emblematico di cui vorrebbe parlarci.

Noi lavoriamo molto con il residenziale, e con le ristrutturazioni di appartamenti. Mi sta venendo in mente un bellissimo appartamento in zona abbastanza centrale a Milano della prima metà del Novecento. È stato completamente sventrato dal punto di vista impiantistico, è stata rivista anche la distribuzione della planimetria, allo stesso tempo però siamo riusciti a salvare alcuni elementi originali come zone di parquet di pregio, alcune tipologie di serramenti che hanno potuto iniziare una nuova vita.

Di questo progetto sono particolarmente soddisfatto perché abbiamo gestito tutte le fasi, e siamo scesi fino al dettaglio più piccolo. Abbiamo progettato e fatto realizzare anche diversi arredi su misura. La fiducia che dal cliente è passata all’architetto è servita ad ottenere un ottimo risultato finale, anche grazie alla competenza dell’impresa esecutrice dei lavori.

Progetti e ambizioni futuri del vostro studio?

Èun periodo di grandi soddisfazioni perché abbiamo diversi lavori in fase di avvio e altri ancora in fase di progettazione. Parlando dell’ambito residenziale, seguiremo diversi appartamenti dal lato progettuale, ma anche come General Contractor. Lavoreremo anche per conto di un investitore immobiliare per realizzare un complesso immobiliare fuori Milano. Si tratta di un bellissimo lavoro, perché in quel caso partiremo da zero.

L’intervistato

Arch. Filippo Chiesa Ricotti

Dopo la laurea in Architettura presso il Politecnico di Milano, l’Architetto Chiesa Ricotti ha fondato il suo studio di progettazione: GruppoTre. Attraverso un dinamico team di professionisti, tra architetti, ingegneri e interior designer, lo studio fornisce un servizio di progettazione integrata che percorre l’intero iter progettuale. “Creativamente concreti” è il loro motto.

L’Architetto, oltre a dedicarsi allo sviluppo del suo team, è stato eletto al Consiglio del Collegio degli Ingegneri e Architetti di Milano, la più antica istituzione tecnica della città. Inizia così un viaggio verso la promozione di sostenibilità, innovazione ed eccellenza tecnica.